Per gli abitanti del Municipio XI, lo sportello informativo gestito da Magliana solidale è da sempre un punto di riferimento stabile. Pur avendo cambiato nome diverse volte fino a confluire nella rete de La porta accanto, si è mantenuto fedele allo spirito che lo ha fatto nascere: essere parte integrante di un tessuto sociale ancora molto forte, come sottolinea Chiara Checcacci referente appunto per la porta accanto.  “ Nel territorio – sottolinea Chiara – sono presenti numerose realtà associative grandi e piccole, c’è la parrocchia che è molto attiva e frequentata e lo stesso dicasi per la Chiesa evangelica che si trova qua vicino. Noi stessi come cooperativa siamo sempre stati molto presenti facendoci promotori di attività di animazione oltre che con i servizi che offriamo, ma crediamo che solo attraverso un’azione di rete sia possibile intercettare i bisogni, anche quelli più nascosti.”

Un progetto e una rete a sostegno dei caregivers
E proprio al fine di intercettare i bisogni nascosti, la “porta accanto” di Magliana solidale ha subito un’ulteriore evoluzione andando a confluire nel progetto CaregiverUndici, un progetto sperimentale nato  in co-progettazione con Municipio XI, e gestito da una rete di otto cooperative sociali attive sul territorio: oltre a Magliana solidale e H-Anno Zero ( capofila progetto), Al Parco, Futura, Altri Pianeti, Agorà, Percorsi zebrati, Nuova socialità. “Si tratta di un progetto volto a dare supporto materiale ( attraverso l’invio a domicilio di operatori) e psicologico ai caregivers familiari, per offrire loro la possibilità di ritrovare spazi personali: uscire, sbrigare commissioni o semplicemente riposare, tutto mirato ad alleggerire una condizione famigliare difficoltosa e farli sentire meno soli. Siamo partiti da un nucleo originario di 172 caregivers e al momento ne abbiamo più di 200…”

A spiegarlo è Miriam Errigo, assistente sociale e coordinatrice del progetto ( in collaborazione con la coordinatrice di H-anno zero), ma anche addetta allo sportello informativo dedicato ( ex “porta accanto”, ormai confluito in CaregiverUndici). “Lo sportello rappresenta solo il primo contatto con le persone che usufruiscono di questo servizio ( successivamente c’è la presa in carico), ma non è esclusivo infatti continua ad essere aperto a tutte le richieste o segnalazioni che arrivano dal territorio, in continuità con la porta accanto.”
Richieste che, come spesso accade, sono relative all’accesso ai servizi, a difficoltà di natura burocratica o a necessità a cui il pubblico, causa le lunghe liste d’attesa, non riesce a dare risposta in tempi utili.

Ma può accadere anche che comuni cittadini facciano riferimento allo sportello per segnalare casi di persone in difficoltà, magari di anziani che vivono una condizione di isolamento.

“Nel tempo – continua Miriam – abbiamo capito che l’unico modo per raggiungere chi non vuole o non sa come farsi raggiungere è creare dei forti legami territoriali e arrivare all’attivazione del singolo cittadino che diventa così parte integrante e motore attivo della rete”.